mercoledì 25 settembre 2013

Derby di Manchester: il trionfo di Pellegrini

Vuoto di potere in Premier League: l'addio di Fersugon consegna un campionato equilibrato ma livellato verso il basso, in cui le big soffrono contro le piccole e la vetta racchiude 5 squadre in una forbice di soli due punti. Il Liverpool perde in casa contro i Saints, il Tottenham piega il Cardiff solo al 93°, Chelsea e Manchester City riscattano le ultime uscite opache e l'Arsenal completa la rimonta al primo posto: dov'è invece il Manchester United?


Difficile da analizzare, come del resto ogni goleada, con l'aggravante di essere un derby: un Manchester City strabiliante da un lato, dall'altro invece uno United pesantemente involuto. Ma quale è la linea di demarcazione tra i meriti dei Citizens e l'assenza dei Red Devils?

1) L'interdizione di Fernandinho - L'inerzia offensiva senza Van Persie
La partita più attesa del weekend di oltremanica si è tramutata in una lezione di calcio in mondovisione da parte dell'undici di Pellegrini, l'unica squadra in campo capace di costruire gioco. In una sfida di moduli ibridi, entrambi assimilabili nei movimenti a 4-4-2, la coppia di centrocampo del Manchester United non è stata in grado di gestire palloni con lucidità per l'intera durata della partita, complice la verve di Fernandinho, posizionato con successo da Pellegrini come interditore davanti la difesa. I lanci lunghi, potenziale jolly in presenza del centravanti olandese Van Persie, si sono rivelati del tutto improduttivi.
Il Manchester United ha iniziato a giocare con maggiore fluidità con l'ingresso in campo di Cleverley ed il passaggio al 4-2-3-1 (con Fellaini trequartista e Welbeck largo a sinistra) ma, con la partita in cassaforte sul 4-0 per il City, tale cambio tattico risulta ingiudicabile.
Il Manchester United senza Van Persie? Troppo brutto per essere vero.

2) Il tandem Kolarov-Nasri sulla sinistra
Non solo il Manchester United alle prese con le assenze: tra le fila dei Citizens mancano all'appello Clichy e David Silva, ma la prestazione dei "sostituti" Kolarov e Nasri (assieme alla straordinaria prestazione di Aguero) è la ciliegina sulla torta negli schemi del Manchester City.
C'è chi accusa Nasri di essere un calciatore evanescente, ma nei derby ha sempre risposto presente. Anche questa volta, in aggiunta al gol del momentaneo 4-0, il francese ha confermato la sua vocazione per la stracittadina di Manchester ricoprendo un ruolo chiave nella superiorità offensiva della sua squadra: sempre al centro del gioco, autore di passaggi sempre puliti e precisi, spesso e volentieri accentrandosi rispetto alla posizione di ala pura. Il terzino ex-Lazio Kolarov, accusato di carenze difensive e potenziale punto debole contro le avanzate di Valencia, ha sfruttato la libertà sulla corsia concessa dalla posizione di Nasri, ribaltando il confronto sulla fascia: le avanzate del terzino del City hanno messo costantemente in difficoltà Valencia, creando i varchi per le azioni più pericolose dei Citizens proprio su quella fascia sinistra all'inizio additata come debolezza.


IL BORSINO DELLA PREMIER LEAGUE
IL MANCINO MAGICO DI BAINES. Uno dei terzini sinistri più forti al mondo, se non il migliore: Leighton Baines risponde gli allunghi del West Ham con due perle su calcio piazzato. Prezioso.
ARSENAL-TOTTENHAM. Da "Manchester-Londra 13-3" alla vetta condivisa: a nord di Londra si scrivono storie di successo parallele, seppur totalmente antitetiche per aspettative post-mercato e stile di gioco.
MACHEDA. Ritorno al gol dopo 2 anni di vagabondaggio tra Germania, Italia ed Inghilterra: doppietta della punta italiana che vale per il suo Doncaster un importante pareggio contro il Nottingham Forest. Redivivo?
PAOLO DI CANIO. Il Sunderland affonda con un solo punto in cinque partite, non serve dire altro. Avventura finita.

IL GIOVANE DELLA SETTIMANA
Aaron RAMSEY (1990). Tre gol in cinque partite. Un valore aggiunto per l'Arsenal di Wenger in questo avvio di campionato: in ogni punto dei Gunners c'è lo zampino del centrocampista tuttofare gallese, finalmente ritrovato dopo la serie di infortuni che lo perseguita da febbraio 2010, data della spaventosa frattura che rischiava di compromettere la sua carriera. La Premier League riabbraccia Ramsey, un giocatore devastante quando al 100%.

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