sabato 20 luglio 2013
martedì 16 luglio 2013
Speciale: Invasore di mercato
Tutti i trasferimenti ufficiali squadra per squadra del calciomercato 2013/14
IL TABELLONE DEL CALCIOMERCATO DELLA SERIE A
con tutte le modifiche ufficiali alle rose delle 20 squadre di Serie A e le probabili formazioni
con tutte le modifiche ufficiali alle rose delle 22 squadre di Serie B e le probabili formazioni
lunedì 15 luglio 2013
Non è un calcio per favole
La prima storica promozione in Serie A del Sassuolo potrebbe far sembrare questo articolo fuori luogo ma, andando oltre le apparenze, si scopre come il calcio italiano sia refrattario ai piccoli club.
Sassuolo è un piccolo centro industriale del modenese che conta solo 40mila abitanti ma, grazie all'ambizioso patron Giorgio Squinzi, fondatore del colosso Mapei ed attuale presidente di Confindustria, può vantare un club di Serie A. E' proprio grazie ai corposi investimenti del mecenate dell'edilizia che i sassolesi hanno bruciato le tappe fino alla massima serie, vagabondando di stadio in stadio ad ogni salto di categoria: dopo aver lasciato Sassuolo assieme alla Serie C, i raminghi neroverdi faranno le valigie anche dalla provincia di Modena per giocare nello stadio di Reggio Emilia a partire dalla prossima stagione.
Ma cosa succede a chi manca di un facoltoso mecenate, per di più abilissimo nell'arte della gestione, come Squinzi?
Come mostrato nella figura sottostante, il destino dei club di comuni sotto i 15000 abitanti transitati per il professionismo dalla stagione 2008/09 (l'inizio dell'era "Lega Pro") è stato nefasto: gli alti costi di gestione del professionismo, uniti agli introiti strutturalmente ridotti per società di piccole dimensioni ed alle congiunture economiche degli ultimi anni, hanno portato al fallimento di ben 15 società sulle 19 che sono riuscite a toccare con mano la gioia del professionismo. Numeri da Re Mida...al contrario.
Facendo un passo indietro a quando la Lega Pro si chiamava ancora Serie C, si denota come, ad oggi, le formazioni dell'ultima Serie C1 -stagione 2007/08- non fallite in questi ultimi cinque anni non formerebbero un solo girone di terza serie (i numeri della C2 sono da mani nei capelli).
La continuità di gestione è visibilmente una chimera per la Lega Pro che, anno dopo anno, si trova decimata e costretta a stravolgere i verdetti del campo per far fronte alle mancate iscrizioni. Le tribolazioni dei tifosi non riguardano più il calcio giocato*, ma la gestione economica: tutti sanno di non essere al sicuro (neanche le società più solide, vedasi caso-Nocerina) e si tira a campare aspettando il sole di una promozione o un nuovo campionato.
La costante prospettiva di ritrovare la propria squadra ferma, lontana dal campo, con il titolo sportivo ostaggio del tribunale rappresenta la morte del calcio dei campanili, della passione su cui si fonda l'Italia del pallone.
I costi del calcio moderno minano la sopravvivenza delle "PMI dello sport", tutelando soltanto chi tifa per una squadra vincente, di Serie A. Vogliono che ovunque si tifi Juventus, Milan e Napoli a spese delle categorie minori, dove il business non ha ancora sradicato totalmente quel pizzico di localismo che rende bello lo sport, quelle dove club che incarnano la storia di città e quartieri si lasciano morire.
Support your local football team or support nobody at all
*in particolar modo i tifosi delle squadre che parteciperanno alla Prima Divisione 2013/14, che non prevede alcuna retrocessione
Giuseppe Brigante
mercoledì 10 luglio 2013
Lotito e il calcio delle multiproprietà
Il resoconto del Consiglio Federale FIGC tenutosi nella giornata di ieri recita:
Modifiche regolamentari
In tema di controllo societario, è stata approvata la modifica dell’art. 16 bis comma 4 delle NOIF di cui si riporta il nuovo testo: “Non si dà luogo alle sanzioni di cui al comma 3, qualora il controllo derivi da successione mortis causa a titolo universale o particolare, o da altri fatti non riconducibili alla volontà dei soggetti interessati. Qualora sopravvengano, per i suddetti motivi, situazioni tali da determinare in capo al medesimo soggetto situazioni di controllo diretto o indiretto in società della medesima categoria, i soggetti interessati dovranno darne immediata comunicazione alla FIGC e porvi termine entro i 30 giorni successivi”.
La modifica dell'articolo 16 sostanzialmente regolarizza la posizione di Claudio Lotito, attualmente presidente della Lazio e comproprietario della Salernitana: con le nuove norme, l'incompatibilità della multiproprietà in capo all'imprenditore romano decade fino al giorno in cui le due squadre non si troveranno nelle medesima categoria. L'illecito si verificherebbe solo in quel momento, così la Salernitana -come ampiamente prevedibile- non dovrà cercare nessun nuovo azionista fino ad una storica terza promozione in Serie A.
Nonostante il veto posto da Macalli alla presenza in Lega Pro di squadre satelliti di club di Serie A, il nuovo articolo 16 permette una scalata nei campionati professionistici italiani da parte di squadre-B, a condizione che l'acquisizione societaria sia avvenuta nei tornei dilettantistici.
START-UP PER LA RINASCITA CALCISTICA - Secondo Lotito questa soluzione "potrà consentire a tante squadre di avere l'opportunità di rinascere ad una nuova vita che era stata perduta". Tale norma infatti ben si presta alla risalita di squadre storiche in difficoltà, come ad esempio la Triestina, che l'anno prossimo si troverà a giocare il secondo campionato consecutivo nell'Eccellenza friulana: Zamparini (presidente del Palermo) ha investito 250mila euro per sponsorizzazione e "collaborazione tecnica", manifestando in più occasioni la volontà di acquisire il club alabardato. In tal caso, la Triestina potrebbe essere traghettata da Zamparini fino al ritorno in Serie B (assumendo nessuna promozione/retrocessione per i rosanero), quando il celebre mangia-allenatori dovrebbe definitivamente scegliere la Sicilia e Trieste. In fin dei conti tutto ciò non è nient'altro che una start-up pallonara basata sul know-how societario e sulla valorizzazione dei giovani della squadra di livello più alto.
L'ANELLO MANCANTE TRA PRIMAVERA E PROFESSIONISMO - A proposito di giovani e di Palermo, tocca ricordare che la nuova formula del campionato Primavera non includerà le squadre di Serie B: per i club di cadetteria che puntano fortemente sul vivaio (basti pensare ad Empoli e Brescia) è un ulteriore ostacolo nel percorso di formazione dei loro giovani talenti e, di conseguenza, una minaccia per la sopravvivenza delle società stesse. Una soluzione al declassamento subito nei tornei giovanili potrebbe essere proprio una partnership con un club di Serie D, che in caso di promozione di ritroverebbe a militare fin dall'anno prossimo in una terza serie competitiva e probante per i giovani calciatori.
N.B. Gli scenari indicati sono prospettive da fantacalcio
Giuseppe Brigante